sabato 29 agosto 2020

 La sapienza dell'erba medica


Si cominciava da una croce di arbusti bagnati, ci intrecciavi stuoia sempre umida, perché a quei tempi, non facevi mai materiale di scarto...

Poi altri due arbusti, a formare una stella, steli lunghi, ed altra stuoia. Movimenti ripetuti per contenere il pane di tutti i giorni.

 

b.l.

sabato 25 aprile 2020

Fotografie



Vogliamo parlare dei passi sopra
e l’aria umida di giostra condita?
Vogliamo?
…e le orme leggere tra gioco ed ali
quando la testa girava
muovendo percorsi estivi
tra un bacio e i profumi di cucina?
.
I piedi hanno ancora voglia
di avventura
b.l.

lunedì 17 febbraio 2020

Non guardarmi, amore



Non guardarmi in pubblico amore
ti prego
non guardarmi!
Gli occhi pari a labbra
baciano la mia pelle
nascosta dai vestiti
.
non guardarmi
non ancora
sai che non possiamo urlare
coi nostri silenzi
di sogni da svegli
in notti da sogno
.
il mondo vuole violenza
e noi, intrappolati
in questa purezza
custodiamo
l’armatura di gioia
nel castello dell’indifferenza
.
Per fortuna
il nostro mondo
appartiene solo a noi
b.l.

martedì 11 febbraio 2020

Passaggi


Quel certo passaggio della mia vita non mi disturberebbe così tanto, penso, se non fosse legato a momenti di gioia…
Lanci di resti di angurie in spiaggia, la sera. Eravamo solo noi! Chitarra e fuoco, l’azzurrino della fiamma scompariva nel buio, lasciando l’aria tremolante tutt’intorno e quelle lingue arancio a divorare i pezzetti secchi d’arbusto.
Beppe, Patrizia ed il loro gatto: lui, pantaloni sempre attillatissimi e lei, capelli neri, che tingeva in casa. Ex figli dei fiori già troppo adulti anagraficamente negli anni settanta, ma che importava? Un muratore coi basettoni non lo avevo mai visto, io piccolina… ero il loro giocattolo, la mascotte, la sorellina minore di una della comitiva che veniva portata a seguito per dividere simbolicamente due fidanzatini. Beppe e Patrizia, giocherelloni, si prendevano in braccio ed ogni tanto si guardavano tristi, mancanti di quella gioia di un figlio mai arrivato.
Passaggi intrisi di quella gioia di vivere con poco una felicità lontana e che sà di buono, di pane caldo con quel pizzico di sale, filo d’olio, pomodoro e acciughe e quella fogliolina di basilico appena raccolta!

b.l.

sabato 8 febbraio 2020

Non me lo dire


non voglio sapere
pensare fa male
nel dubbio dei sospesi, pesi ora
e persi nel senso di un “mai più”
.
le parole, sassi lanciati
pensieri inespressi di voce fino al momento
e quello, l’unico
l’ultimo
.
“lasciami ancora un attimo, ti prego”…

b.l.

Aldo (ricordo)


Scrivo in corsivo, per sottolineare il fatto che sto parlando.
Immagino il tuo ascoltare, come se queste parole stessero davvero uscendo dalle mie labbra, leggendovi tra le righe i miei respiri e quelle pause che non hanno bisogno di virgole.
Quel giorno ero già in borghese, via camice e via cartellino. Ti davo del Lei, potevi essere mio nonno, infatti avevi nipoti della mia età. Quando tornai nella tua stanza, ti trovai seduto sul letto, gli occhiali da lettura ed il giornale in grembo. Dal profondo di quelle gocce di acqua marina mi sorridesti, aspettasti tuttavia le mie parole:
– Aldo, posso parlare un pò con lei?
Il sorriso si estese al volto tutto e mi invitasti giù nel seminterrato, per un caffé (quello delle macchinette non è a tutt’oggi niente male). Coi bicchieri caldi tra le mani, seduti al tavolino rotondo di metallo approntato in quel luogo, mi invitasti a parlare…
– Sono rimasta scioccata nel suo racconto della deportazione in Russia. Come ha fatto a resistere, come ha fatto…
– Bambina mia -hai detto- ogni ferita che sento è un ricordo delle persone che ho lasciato lì, ragazzi che come me affondavano il passo fino a metà coscia nella neve dura; quanti di noi sono morti in quel ritorno, prima di cadere a terra. Ad occhi spalancati, non c’era tempo per piangere e fiato da salutare, strappavo la piastrina di riconoscimento, cercavo la lettera di saluto alla famiglia che tutti avevamo intasca e pensavo “mamma, non posso darti anch’io questo immenso dolore”…

b.l.
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Aldo G. è mancato nei suoi splendidi capelli bianchi, spentosi di cancro pochi mesi dopo quell’episodio, nel 1999.
Non ricordo con precisione tutte le parole che mi disse, ricordo perfettamente quel “bambina mia” e quelle gocce di acqua marina.

Come un gioco


sostiene Amore…
mi reggi la nuca
ad avvicinare occhi
e respiro
di alabastro e venature
che accolgo
in eterno contemplare
———-
sostiene Psiche…
affondo in te
calamita per il mio ferro
da pupille di fuoco
nella parte maschile
lancio saette che tu stessa mi fai
bruciare
———-
come un gioco
equilibrio tra cuore e mente
farfalle
e darsi dell’idiota insieme
—–
le due forze umane
a contrapporre
nel nostro ‘sempre contare i giorni’
b.l.

Il nero e il bianco



nero senza gelo
in questo falso luglio
dalla voce grossa
il cielo lava, senza disturbo
le tasche della terra sono piene
ed anche io
ma il canto nel cuore non lascia spazio
alle nuvole
che minacciano ancora

b.l.


Tappeti colorati



aprimi gli occhi
per tuffarti nei pensieri

troverai sole per leggere un libro
e risa di prati bambini
ancora bagnati
di rugiada e vento
pettinati

se entrerai, in punta di piedi
nei sandali sciolti lasciati per caso
ad accarezzare i tappeti dell'anima di carta velina,
vedrai segni di torrente arido
a ricordo di difficoltà
nascoste

ora che sai, ti prego
Aprimi gli occhi

b.l.
 

Giacigli

In foto: "giacigli", opera di #AlessandraLugli


nel desiderio
raggiungo
l'estasi del sogno

generano lacrime
sospese
i bisogni appagati

culla dell'odio
nutre
il cuore impuro

...e parole inespresse
respira
il cuore mite

Appagherò questa rabbia
mantenendo
il silenzio nel giaciglio
b.l.
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A tutte le donne che ancora s'illudono che con un "perdonami" le cose cambieranno. I giacigli non hanno dignità di talamo nuziale: la violenza umilia la sacralità dell'unione, riducendo il talamo a semplice giaciglio, ossia covile di animale...
 


venerdì 7 febbraio 2020

Cobalto e miglio



...e nel dormire
rilasci le piume
sul mio letto

non si conoscono i sogni
della seta
sopra, è tinto
di vestiti
degli angeli

sotto, vele dischiuse
catturano raggi di una presenza costante
sin dal concepimento

cielo-cobalto
nutre
con miglio sulla terra

b.l.

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Il sogno di una persona cara che ormai parla tra le palpebre chiuse, come vele a catturare il vento per proseguire il proprio viaggio. Un sogno cobalto, come le vesti degli angeli del cielo...

 La sapienza dell'erba medica Si cominciava da una croce di arbusti bagnati, ci intrecciavi stuoia sempre umida, perché a quei tempi, ...