Quel certo passaggio della mia vita non mi disturberebbe così tanto, penso, se non fosse legato a momenti di gioia…
Lanci di resti di angurie in spiaggia,
la sera. Eravamo solo noi! Chitarra e fuoco, l’azzurrino della fiamma
scompariva nel buio, lasciando l’aria tremolante tutt’intorno e quelle
lingue arancio a divorare i pezzetti secchi d’arbusto.
Beppe, Patrizia ed il loro gatto: lui,
pantaloni sempre attillatissimi e lei, capelli neri, che tingeva in
casa. Ex figli dei fiori già troppo adulti anagraficamente negli anni
settanta, ma che importava? Un muratore coi basettoni non lo avevo mai
visto, io piccolina… ero il loro giocattolo, la mascotte, la sorellina
minore di una della comitiva che veniva portata a seguito per dividere
simbolicamente due fidanzatini. Beppe e Patrizia, giocherelloni, si
prendevano in braccio ed ogni tanto si guardavano tristi, mancanti di
quella gioia di un figlio mai arrivato.
Passaggi intrisi di quella gioia di
vivere con poco una felicità lontana e che sà di buono, di pane caldo
con quel pizzico di sale, filo d’olio, pomodoro e acciughe e quella
fogliolina di basilico appena raccolta!
b.l.
Anche tu sei ispirata dalla vita vissuta vedo. E' un patrimonio enorme da sciorinare al vento della scrittura.
RispondiEliminaGli anni hanno un gusto speciale e diverso da periodo a periodo, i 70 li ho vissuti in pieno e sono indimenticabili...lo è anche la pescheria a Trapani che hai pubblicato come immagine qui. Il mare? Lido di S. Giuliano o un po' più in là verso Custonaci o Cornino...
La sabbia è ancora dentro le scarpe, fra le dita -senza dare fastidio- malgrado siano trascorsi 22 anni dall'arrivo sulle colline piemontesi.
RispondiEliminaQuando ascolto il silenzio prima del sonno, ancora dentro riecheggia il canto del Raìs che chiude la mattanza del giorno.
Un caro abbraccio.